
Progetto Ecologico Settimana 32
Progressi: Il pollaio sta mettendo il vestito invernale. I nostri polli cominciano ad essere belli grandicelli e quasi raggiungono le dimensioni della mamma. Ancora non abbiamo inquadrato bene il loro sesso ma io ho la sensazione siano due galli. La gallina Giovanna non da più fastidio ai nuovi arrivati, di questo siamo contenti in quanto significa che all’interno del pollaio si è raggiunto finalmente l’equilibrio. Giovanna ha ancora il problema dell’ulcera podale ma sembra si stia riassorbendo il problema, anche se zoppica un po’ sembra che sia ancora in perfetta salute. Infatti razzola, mangia e depone le uova come sempre ha fatto, questo ci da fiducia che riesca a cavarsela e resti ancora a lungo insieme con noi.
L’orto si sta addormentando e anche se abbiamo ancora un po’ di ortaggi da raccogliere ormai quasi tutto quello che si mangia in casa proviene dal negozio di ortofrutta. Stiamo pensando di mettere una serra e nei prossimi giorni proveremo a vedere se riusciamo a progettare e costruire qualcosa, che ormai andare al negozio non ci piace proprio più.
Raccolto: peperoncini e uova.
In tavola: dolci.
Lavori: allevamento animali e cura dell’orto.
Considerazioni della settimana: Siamo contenti che all’interno del pollaio si sia raggiunto un equilibrio e che le giovani galline stiano crescendo bene. Adesso praticamente abbiamo quattro galline nel nostro piccolo allevamento avicolo. Sembra strano senza avere un gallo essere riusciti a far nascere dei piccoli e ad aumentare la popolazione del nostro pollaio ma la natura è imprevedibile e strana.
Siamo un po’ tristi per il fatto che ormai il nostro orto non ci dia più il sostentamento di ortaggi in famiglia. Dover ritornare al supermercato per acquistare la verdura mi scoccia. Ormai eravamo abituati bene. Non ci muovevamo con la macchina e dietro casa avevamo tutto quello che ci serviva, eravamo sicuri della qualità del prodotto e si godeva come ricci al pensiero che in tavola ci fosse il naturale risultato del nostro lavoro. Devo dire che era una cosa bellissima. Adesso siamo ritornati a dover prendere la macchina per andare al negozio, poi si arriva li e si trovano prodotti spagnoli, brasiliani, marocchini, turchi e qualche prodotto italiano che comunque non avrà fatto meno di 400-500 chilometri prima di arrivare sullo scaffale e non si sa quanto sia stato nelle celle frigorifere e se sia fresco o no. Poi troviamo degli ortaggi che non sono più di stagione e visto che ormai ci sentiamo agricoltori ci domandiamo perché ci siano certi prodotti in questo periodo che non sarebbe possibile. Una volta fatta la spesa dobbiamo pagare e anche un conto bello salato che non ricordavamo più fosse così caro, comunque va beh si paga e si torna a casa. Una volta a casa dopo qualche giorno finalmente riusciamo a capire quali prodotti erano freschi e quali no. Infatti ci ritroviamo con metà della spesa già in fase di marcescenza e la si deve buttare e ci si ritrova con metà della spesa nel pattume che nemmeno si può darla alle galline. Questo è quello che ci tocca e per questo non vediamo l’ora di poter dar vita di nuovo al nostro orto urbano.
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