Cannabis produttrice di fibre

17 Dicembre 2014
Cannabis produttrice di fibre

Fin dai tempi più antichi, la canapa veniva utilizzata per la produzione di fibre tessili, ed ha conservato fino ai giorni nostri una posizione di eccellenza in tutte le culture del mondo. La sua produzione ed il suo controllo hanno avuto un ruolo importantissimo nell’economia di molti paesi. Quando parliamo di fibra era in assoluto considerata la migliore, ed utilizzata in mille modi, ad esempio per la costruzione di tutti i  tipi di corda, dallo spago alle gomene per navi. Era tra i tessuti più utilizzati infatti producevano lenzuola, borse in canapa e gran parte degli abiti e delle tele.

La cannabis era considerata un prezioso sigillante a tenuta d’acqua per i raccordi delle tubature; inoltre era utilizzata come la miglior base per la carta filigranata delle banconote, e della carta degli archivi o degli atti ufficiali.

In Italia, veniva utilizzata per questi usi solo fino ai primi anni ‘80, poi l’entrata sul mercato delle fibre sintetiche e l’alto costo che la canapa sativa richiedeva per la sua lavorazione hanno determinato la scomparsa quasi totale della coltura in tutti i paesi industrializzati.

Si diceva che la canapicoltura avrebbe riguadagnato parte dei terreni persi solo se si era in grado di tenere separata la fase propriamente agricola del ciclo produttivo che si concludeva con la raccolta con quella più industriale.

Nessuno sembrava a conoscenza di una macchina chiamata “decorticatore” inventata da George Schlichten nel 1916 che aveva proprio questo scopo. Successivamente, nel 1938 su due importanti riviste americane, veniva sottolineato il fatto che la presenza di questo tipo di macchine avrebbe segnato una svolta epocale ed avrebbe portato al massimo apice la coltivazione e la produzione di canapa. Purtroppo però la successiva pubblicazione di articoli che classificavano la Marijuana una nuova droga e l’entrata in vigore del “Marijuana Tax Act” che non la proibiva ma la tassava gravemente, distrusse di fatto l’industria della canapa.

Il primo tessuto di canapa, fu conosciuto nel 8000 a.C. Fino all’avvento delle navi a vapore, il tessuto delle vele delle navi dei Fenici era completamente in cannabbis. Anche i vestiti dei marinai e tutte le bandiere, le raie e i sudari delle navi erano di questa fibra. Nel 1800, l’80% di tutti i materiali tessili era di canapa, che a volte veniva scambiata addirittura per lino. E così anche per i pannolini, le coperte ed i drappi. I tappeti, in particolare risultavano più forti e resistenti soprattutto all’umidità.

L’Italia e l’Irlanda producevano i migliori tessuti per vestiti in canapa. Erano famosissime nel modo le qualità come la “Camagnola”, “Napoletana e “Bolognese”. Questa risultava più morbida e soffice al tatto, più calda e più assorbente all’acqua, tre volte più del cotone , ben più conosciuto dai nostri avi. Filo al 1937, il 70-90% di tutte le corde, funi, cordami e lacci erano ricavati dalla canapa. Questa fu rimpiazzata da fibre petrolchimiche appartenenti a Dupont. La soppressione delle informazioni da circa 50 anni ha avuto come pratico risultato, la totale ignoranza da parte delle popolazioni riguardo questa pianta e le sue indiscutibili potenzialità e sui suoi mille possibili utilizzi.

Una nota rivista, The Emperor, afferma che il ruolo della cannabis sativa e delle altre fibre naturali dovrebbe essere determinato da un mercato di domanda e offerta e da gusti e valori personali non dall’influenza delle leggi proibizioniste o dall’aumento spropositato nelle tasse tanto da impedire alle fibre naturali di rimpiazzare le fibre sintetiche.

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